Ambr. F 205 inf., testo dell’Iliade sul retro delle miniature VI e VII: descrizione

Ambr. F 205 inf., testo dell’Iliade sul retro delle miniature VI e VII

Il retro della doppia miniatura preserva venticinque versi dell’Iliade: 1.345-369. La lettura dei versi è resa difficoltosa da tracce del reagente utilizzato da Mai per staccare la pergamena dalla carta, oltre che da altri danni materiali. Si può tuttavia notare l’impronta calligrafica della scrittura, caratterizzata da un contrasto più marcato tra pieni e filetti rispetto al modello della maiuscola rotonda del sec. II d. C., desueta da secoli, e, più in generale, dalla presenza di stilemi decorativi che rimandano «a una data non anteriore al tardo V secolo» (Cavallo 1973), e richiamano due frammenti papiracei omerici e platonici  (P. Duke inv. G.5; P.Ant. II 78) che lo studioso riconduce, nella loro eccezionalità, allo stesso centro di copia ad Alessandria in cui anche l’Ilias Picta avrebbe potuto essere prodotta: qui, la scelta di una scrittura fortemente arcaizzante si sarebbe coniugata con la volontà di mantenere viva la cultura antica e pagana rispetto al dilagante Cristianesimo.

Il testo di questo gruppo di versi conserva, per quanto è dato leggere, parte dei versi atetizzati da Aristarco (366-392), da cui si distacca anche al v. 350 (ἐπὶ οἴνοπα : ἐπ’ ἀπείρονα Ar), mentre alv. 351 ne mantiene la scelta contro Zenodoto (ὀρεγνύς : ἀναπτάς Zen.). In tutti questi casi, il testo dell’Ilias Picta coincide con quello meglio documentato nella tradizione medievale.