Martini, Bassi 1906, pp. 464-466 (per una descrizione del codice); Schultz 1910, pp. 12-13 (per uno studio sugli scolii allo Scudo di Esiodo); Wendel 1914, p. x (per l’edizione degli scholia vetera); Sinclair 1932, p. l; Gow 1950, p. xxxvii (per una descrizione del codice); Pérez Martín 1992, p. 81 n. 60 (per l’ipotesi che il codice servì da fonte per il florilegio teocriteo nel Par. gr. 2298, ricopiato dal patriarca Gregorio ii di Cipro e da alcuni suoi collaboratori); Westerink 1992, p. xxv (sul Poema 30, In maledicum insensatum di Michele Psello); Gallavotti 1993, p. 300 (breve descrizione del codice; edizione critica degli Idilli); Hicks 1993, p. 4; Corrales Pérez 1994, p. 43 (per uno studio filologico del codice in relazione allo Scutum esiodeo); Pérez Martín 1996, p. 84 (per una breve descrizione del codice, e per uno dei possessori, Filippo Feruffini); Martínez Manzano 1998, pp. 38, 40, 78 (per Costantino Lascari possessore del codice); Rollo 2005, passim (per il legame del codice con Leonzio Pilato, e il suo approdo in Italia da Costantinopoli); Martano 2008, p. 563 n. 72 (sulla cosiddetta Parafrasi Anonima riportata nella iii unità); De Groote 2012, p. xxxvi; Hernández Oñate 2019, p. 116 n. 28 (per l’epigramma Anth. Pal. 9.205 attribuito ad Artemidoro di Tarso, presente nei prolegomena del codice); Giacomelli 2021, p. 341 n. 111 (per la tradizione testuale dello scolio in Theocritum IV 7a [136, 13-20 Wendel]); Meliadò 2021, pp. 63, 66 et passim (sulla tradizione degli scholia teocritei).
Ambr. G 32 sup.: bibliografia