A differenza dei personaggi del western post-moderno di Quentin Tarantino (The Hateful Eight), gli otto manoscritti virtualmente esposti non sono certo ‘detestabili’, ma non meno di essi celano segreti e misteri di un passato per molti aspetti ancora da scoprire.

Possiamo classificarli e sfogliarli secondo criteri differenti, seguendo più percorsi che consentano di apprezzarne di volta in volta aspetti nuovi.

In primo luogo ci offrono un interessante spettro delle varie combinazioni relative alla disposizione testo/commento di opere letterarie in versi. Per quanto concerne i contenuti, i codici tramandano testi poetici fondamentali della letteratura greca antica, dalle origini all’età ellenistica, tre esemplari dell’Iliade, e cinque latori per lo più poesia di età ellenistica: nello specifico, i fogli esposti sono relativi agli Inni di Callimaco e agli Idilli  di Teocrito. Inoltre, i ‘vettori materiali’ coprono un arco cronologico che va dagli inizi del VI secolo d. C. alla piena età umanistica, e si collocano in aree geografiche differenti dell’ecumene bizantina, dal centro alla periferia. Pertanto sono  – per dir così – nel contempo esemplificati secoli di storia della letteratura greca antica, i periodi nodali della storia della tradizione dei classici e della cultura bizantina, e differenti modalità di approccio alla lettura, all’insegnamento, al sapere. Data questa peculiarità, come detto, i visitatori possono scegliere modalità di percorso non univoche: diacronia dei testi antichi, diacronia dei manoscritti, tipologia di impaginazione, area geografica di allestimento…Qui di seguito si può leggere una breve presentazione dei materiali esibiti, ripartiti in due gruppi in base ai contenuti: materiali omerici da un lato (2.1), poesia ellenistica dall’altro (2.2; 2.3). La descrizione segue grosso modo l’ordine cronologico del periodo di allestimento di ciascun manufatto. Si rimanda alle schede per notizie più dettagliate sui singoli manufatti e sui fogli esposti.