Nella nostra esperienza di studio, o di semplice lettura, non è inusuale compulsare libri – o quanto meno consultarli cursoriamente – che contengono un testo, letterario o di altra natura, corredato da una qualche forma di apparato esegetico o altri strumenti di ausilio alla lettura: introduzione, accessus ad auctores, note di commento più o meno estese e sistematiche, apparato iconografico. Sarebbe sufficiente rammentare la pratica didattica del l’abituale curriculum scolastico, dalla scuola primaria sino allo studio universitario: uno degli esempi, tra i tanti possibili, condiviso da chiunque abbia avuto una qualsiasi istruzione superiore in Italia, è senza dubbio la lettura della Commedia dantesca. Parimenti, non è raro che un testo commentato – in lingua italiana o in altra lingua, classica o moderna – possa trovare il proprio fruitore nel semplice lettore ‘domestico’: per limitarci ai testi letterari, opere più complesse, soprattutto in poesia (lirica o narrativa), necessitano, anche in edizioni non destinate a uno studio specialistico, di una qualche forma di commento; ma anche testi meno ardui, stampati in edizioni non necessariamente destinate a specialisti, sono talora accompagnati da brevi note, sia pur apposte desultoriamente.

Le tipologie di impaginazione di testo ed esegesi negli odierni volumi a stampa sono varie, anche se, grosso modo, si possono ricondurre a due macro-tipologie: note in calce e note in fondo al testo. In casi più complessi, generalmente in edizioni destinate a un lettura più approfondita e a interessi più specialistici, queste due forme possono convivere e assolvere funzioni diverse: per restare nell’ambito della letteratura classica, si possono citare alcune prestigiose collane europee che recano a piè di pagina l’apparato di varianti filologiche al testo, e talora note di commento di breve estensione, laddove in fondo al testo note di maggior respiro e dai contenuti più vari integrano gli strumenti ausiliari alla lettura: in Italia si possono citare a mo’ di esempio i volumi della Fondazione Valla, in Francia le edizioni della Collection Budé. La medesima impaginazione non è inusuale anche per classici della letteratura italiana o di altre lingue moderne. Un’ulteriore  forma di commento, infine, più rara, è generalmente relegata a fini di ricerca ed erudizione specialistica, il commentario continuo separato dal testo: tra i tanti esempi, si può qui citare il ponderoso commento inglese all’Iliade, in più volumi, curato da G. S. Kirk. Analogamente sono stampati in volumi separati altri strumenti eruditi specialistici: lessici speciali di autori o singole opere, enciclopedie consacrate a singoli autori e/o opere (e.g. Enciclopedia Virgiliana, Enciclopedia Dantesca, etc.).

Vi è infine un altro aspetto di cui tener conto in merito alla “spazialità” del rapporto testo / paratesto, la dimensione “ipertestuale” della lettura e consultazione cui siamo  sempre più avvezzi negli ultimi anni: l’impaginazione di un sito web, o in genere di un testo in formato digitale, anche altamente specialistico, segue regole e strategie di mise en page molto differenti, e tutte le soluzioni cui si è brevemente accennato possono essere di fatto “conflate” semplicemente con il sistema dei link, in una catena potenzialmente infinita di aggregazione di materiale paratestuale – di ogni natura – a corredo del testo di partenza: ma anche in questo caso, la scelta dell’ ‘editore’ può essere ragionata e selettiva, ovvero casuale e disorganica.